Le fratture nel motociclismo

Le fratture nel motociclismo – Sport e Salute 29/6/2021 – In questa puntata di Sport e Salute, la rubrica a cura del Prof. Francesco Franceschi specialista in ortopedia e traumatologia a Roma, in onda ogni martedì alle 15:50 ed il sabato alle 9:40 su Teleradiostereo 92,7, parliamo delle fratture e dei tipi di intervento per operare le fratture e del recupero post-operatorio soprattutto per chi va in moto.

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Buon pomeriggio. Oggi parliamo di un tema che ha riguardato e riguarda molti di noi. È un tema molto delicato, partendo dalla vicenda Marquez, dall’infortunio che ha avuto e dalla difficoltà poi di tornare in pista. Parliamo oggi delle fratture e dei tipi di intervento per operare le fratture e del recupero post-operatorio soprattutto per chi va in moto.

Si è vero perché è un problema molto ma molto frequente fra tutti noi, tutti i nostri amici. Lo sapete quanti ascoltatori sono amanti della moto che sicuramente è un mezzo affascinante e di tanti sport che sono fatti con la moto come il motocross, le gare in pista, il Motard, ce ne sono tante.

Purtroppo, è uno sport dove ci si infortuna molto facilmente perché sinceramente le moto non sono molto protette e quando uno cade, anche se cade bene – ci sono delle tute pazzesche che ci proteggono in tutti i modi – ma specialmente se facciamo motociclismo e siamo meno protetti e più esposti all’ambiente esterno, è facile fratturarsi.

Ci sono delle parti in cui è più facile fratturarsi che sono sicuramente gli arti inferiori, tipo un mio carissimo amico radiologo che praticamente è atterrato sulle caviglie e le ha fratturate tutte e due. Poi, chiaramente, è stato operato ed ha ripreso benissimo, continua ad andare come un matto perché chi ha questa passione chiaramente non smette mai di fare motocross, moto proprio perché è stato operato e sono stati messi a posto i pezzettini delle due articolazioni in modo preciso.

Abbiamo tante possibilità ormai per ricostruire le nostre articolazioni quando accadono questi eventi infausti e soprattutto quando le fratture avvengono a livello delle articolazioni, queste vanno appunto saldate alla perfezione perché le nostre articolazioni quando si interrompono, hanno purtroppo la possibilità di avere un’artrosi post-traumatica e quindi il danno della cartilagine quella struttura morbida che serve per ammortizzare le nostre articolazioni e dobbiamo quindi ricostruirlo in modo perfetto.

Abbiamo tanti mezzi: abbiamo soprattutto le placche e i chiodi.

Vi spiego esattamente in cosa consiste questo tipo di intervento. Molto spesso sentiamo parlare di placche, viti ma non sappiamo di che si tratta.

Per esempio, quando noi ci fratturiamo un braccio che è una cosa abbastanza frequente – ad esempio prendiamo Marquez – dovete immaginare che il braccio è come un tubo e abbiamo due possibilità: o attaccare le due estremità con una placca che è una striscia di metallo con tanti piccoli buchi all’interno dei quali si mettono le viti oppure di inserire, all’interno del tubo, un ulteriore tubo che è un chiodo molto lungo che permette appunto di unire i due frammenti ossei, di sintetizzarli.

È importante chiaramente il contatto tra i due frammenti ossei perché il contatto permette la guarigione dell’osso nel corso del tempo. Ma è importante anche il riposo dopo l’intervento. Infatti Marquez, come ben sappiamo, ha postato delle foto subito dopo l’intervento nelle quali mostrava che faceva esercizi per i bicipiti, per i deltoidi e questo non è il modo migliore per guarire perché l’osso ha bisogno di riposo.

Infatti, Professore, tante volte, quando si vuole fare meglio poi si rischia di fare peggio no?

Assolutamente perché un recupero molto rapido purtroppo, in questi casi e nella maggior parte dei casi, non permette all’osso di guarire. Non è che siamo protetti da questi mezzi di sintesi, da tutto. Tanto è vero che, a distanza di tempo, se l’osso non guarisce, purtroppo si rompono anche i mezzi di sintesi perché il metallo non supporta il peso che noi diamo alle nostre articolazioni.

Per cui dobbiamo aspettare che sia l’osso a guarire e questi mezzi di sintesi permettono semplicemente l’avvicinamento dei monconi ossei, quando si fratturano, e quindi con il riposo poi noi completiamo l’opera.

Tutto quello che possiamo fare è fare in modo che il fisico, supportato poi dalle strutture che voi utilizzate, si rigeneri e quindi l’osso torni a fare il suo lavoro, che faccia l’osso e supporti chiaramente il fisico. Questo vale per tutti, vale per il professionista, vale per l’atleta, vale per chi si fa male perché cade dal motorino e si ritrova infortunato all’improvviso.

E si, ce n’è per tutti perché l’osso funziona allo stesso modo in tutti quanti noi. E poi chiaramente abbiamo parlato di ossa ma ci sono tante altre problematiche che succedono a chi cade dalla moto, anche le distorsioni del ginocchio. Uno si può rompere un legamento, un menisco, chiaramente ruotando troppo il ginocchio quando uno cade da un motorino che è un evento abbastanza frequente anche questo. Per cui certamente quando noi facciamo questi sport sappiamo già in partenza che rischiamo perché facciamo appunto uno sport un po’ al di fuori delle nostre possibilità.

Quando andiamo sulle strade, MI RACCOMANDO, stiamo sempre attenti e guardiamo che gli incroci siano liberi.

E questo è fondamentale e ha fatto bene Professore a ricordarlo perché c’è sempre il rischio e quando siete per strada dovete avere sempre l’attenzione a comportarvi bene.

E poi quell’attenzione in più, non so se lei Professore è d’accordo, nei momenti in cui uno magari allenta un pochino la concentrazione. Per chi è centauro capita infatti di farsi male in maniera banale, quando uno mette il piede giù, ti scivola il piede e ti cade la moto addosso e sono i modi di farsi male, quasi da fermi, che poi ti costringono ad una lunga riabilitazione anche quelli.

Si assolutamente, un po’ come accade nello sci: uno dopo una bella sciata arriva giù stanco e, nell’attesa di entrare in una sciovia, e per un nonnulla subisce una distorsione perché è distratto.

MANTENETE QUINDI SEMPRE ALTA L’ATTENZIONE!

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