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Artroscopia in ortopedia Prof. Francesco Franceschi chirurgo ortopedico a Roma – Intervista TG5 Salute del 2022/06/29. Potete rivedere l’intervista qui. L’artroscopia in ortopedia oggi per curare dolori alle spalle, per curare le ginocchia. Quando si usa e che vantaggi da. Il professor Francesco Franceschi ortopedico all’ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, Università UniCamillus. Allora in che consiste l’artroscopia? L’artroscopia è una tecnica mini-invasiva che si esegue con delle piccolissime incisioni attraverso le quali si introduce, all’interno dell’articolazione, un microscopio collegato ad un televisore che ci permette di ingrandire 100 volte appunto le strutture l’articolazione e ci permette di lavorare. Nella spalla come si usa e che vantaggi da? Nella spalla ormai viene utilizzata sia per riparare i tendini della spalla, i famosi tendini della cuffia dei rotatori, o anche molto spesso per riparare i legamenti quelli che, quando sono rotti, purtroppo non mantengono la spalla stabile. Nel ginocchio? Nel ginocchio è utilissimo questo tipo di metodica per riparare i legamenti, il famoso legamento crociato, la ricostruzione del legamento crociato che prima veniva eseguita con un lungo taglio e anche per il trattamento dei menischi e della cartilagine. Adesso si riparano i menischi invece di asportarli. Quali sono i vantaggi? I […]

Gomito del tennista. Rubrica “Sport e Salute” – TeleRadioStereo 92,7 – 20 aprile 2021 Oggi andiamo a parlare di un argomento che si sposa molto bene con la rubrica “Sport e Salute” e parliamo di quello che viene volgarmente chiamato gomito del tennista che ovviamente ha un termine assolutamente tecnico per essere descritto. Approfondite l’argomento riascoltando le puntata qui. Buon ascolto! Sport e Salute sicuramente si abbina bene a questo tema perché chiaramente uno degli sport appunto più frequentati in questo periodo, dopo che appunto riapriranno tutti quanti i campi, è sia il tennis ma anche il padel. E che succede appunto nel nostro nel nostro braccio? Al livello del gomito, nella parte esterna, molto spesso comincia un dolorino che magari noi appunto sottovalutiamo perché vogliamo continuare a giocare a tennis o a padel e quindi andiamo avanti, facciamo i nostri rovesci ma alla fine il dolore diventa sempre più forte fino a non poter prendere la racchetta in mano e quello è il famoso gomito del tennista, anche se chiaramente non capita soltanto ai tennisti. Purtroppo, l’epicondilite riguarda un gruppo muscolare di legamenti e di muscoli che servono per alzare il polso cioè per estendere il polso e questo […]

Intervento chirurgico ortopedico: quando dobbiamo preoccuparci dopo un intervento chirurgico ortopedico e quando no? Rubrica “Sport e Salute” – TeleRadioStereo 92,7 – 17 aprile 2021 Oggi parliamo delle nostre preoccupazioni per lo più, quindi ti chiedo quando dobbiamo preoccuparci dopo un intervento chirurgico ortopedico e quando no? Approfondite l’argomento riascoltando le puntata qui. Buon ascolto! Ci sono giustamente tante problematiche dopo un intervento chirurgico e spesso i pazienti e anche i parenti dei pazienti ci chiedono se un segno o un sintomo appunto é normale oppure si devono preoccupare, tutto legittimo ovviamente. Ma per esempio parliamo della febbre: la febbre dopo l’intervento chirurgico certamente nella maggior parte delle volte è normale, parliamo anche di ortopedia. Noi abbiamo del sangue che molto spesso si deposita nelle articolazioni che poi si deve riassorbire ed è proprio a causa di questo riassorbimento delle proteine che appunto sono contenute nel sangue che si scatena molto spesso la febbre, si alza la temperatura corporea fino a 37 o 38,5 anche e nei casi più importanti è un livello di temperatura accettabile e non dobbiamo assolutamente considerare l’ipotesi di un’infezione acuta dopo un intervento anche perché, specialmente quelli ortopedici, sono interventi sempre molto “puliti”, non vengono […]

Chirurgia e tecnologia – Intervista ISORADIO del 21/8/2020In questo articolo potete riascoltare e leggere la mia intervista andata in diretta su ISORADIO il 21/08/2020 dove ho affrontato il tema dell’utilizzo della tecnologia avanzata nella chirurgia protesica. I chirurghi da sempre cercano modalità più sicure per affrontare gli interventi e quindi curare nel miglior modo possibile i pazienti. Pensate solo a quanto sia importante che il chirurgo abbia una visione chiara del sito chirurgico e dell’anatomia circostante per poter quindi intervenire in modo corretto. L’utilizzo del computer nella chirurgia protesica fornisce al chirurgo una comprensione completa dell’anatomia del paziente prima di eseguire qualsiasi taglio osseo con una maggiore precisione. Ed è proprio grazie alla tecnologia sempre più avanzata, sofisticata che oggi si effettuano degli interventi che fino a poco tempo fa era veramente impensabile praticare. Proprio per questo in questa intervista viene affrontato l’uso di questa nuova frontiera della chirurgia assistita da computer. Una tecnologia molto avanzata che nella maggior parte dei casi è addirittura personalizzata. Di che si tratta? Non possiamo mettere la stessa protesi su tutte le articolazioni perché in effetti siamo fatti in modo diverso. Le nostre articolazioni sono diverse una dall’altra e molto spesso purtroppo arriviamo all’intervento […]

Protesi: l’intervento di revisione – Quanto dura una protesi?E una delle domande più frequenti che ascolto negli ambulatori se pongo indicazione di sostituzione protesica ad un paziente perché giustamente tutti ci chiediamo se dovessimo subire questo intervento da più o meno giovani, quanto durerà e se ci sarà bisogno di una nuova protesi. La mia risposta è che la vita va vissuta adesso e non quando non saremo più in. Grado di goderci la nostra bella protesi e camminare con l’articolazione finalmente dritta e libera dal dolore. Ormai con le nuove protesi non è più impossibile cambiare anche dei pezzi o staccare le componenti vecchie ed inserirne delle nuove. Quando l’impianto di una protesi d’anca non ha successo, è necessario intervenire chirurgicamente per rimuoverla e sostituirla con una nuova. La maggior parte degli interventi protesici di primo impianto non dà luogo ad ulteriori interventi di revisione successive. Purtroppo, però, in alcuni casi occorre sottoporsi ad una revisione della protesi: uno degli interventi più difficili di tutta la chirurgia ortopedica come ad esempio nel caso di mobilizzazione della componente acetabolare e/o femorale, per un mancato attecchimento della protesi all’osso o alla liberazione di detriti legati al deterioramento delle superfici di scorrimento delle componenti […]

La protesi di anca: patologie, diagnosi e intervento. Prof. Francesco Franceschi chirurgo ortopedico anca a Roma.L’articolazione dell’anca è costituita da una porzione quasi sferica proprio come una pallina da golf connessa con il femore cioè l’osso lungo della coscia da una superficie a conchiglia che accoglie il suo scorrimento chiamata acetabolo incuneata nel bacino. La cartilagine articolare, simile all’interno della noce di cocco come nelle altre articolazioni riveste le superfici ossee e permette di farle scorrere una sull’altra senza attrito. Numerosi e poderose strutture muscolo-tendinee assicurano il movimento dell’articolazione che ci permette di sedersi, camminare, saltare e fare tante altre cose in condizioni normali come anche calciare un pallone. Le patologie dell’anca L’articolazione può purtroppo essere colpita da numerose patologie spesso derivate da difetti congeniti o da problemi di natura meccanica, post-traumatica o biochimica come la necrosi della testa femorale che sono fattori in grado di scatenare un processo infiammatorio/degenerativo. L’infiammazione dell’anca è frequente, può essere sintomatica e causare problemi nella vita quotidiana fino al 2% della popolazione adulta. Le possibili cause di infiammazione dell’anca siano numerose e purtroppo il risultato finale è sempre il danno della cartilagine articolare attraverso una particolare combinazione di mediatori infiammatori cellulari. La diagnosi La […]

Protesi di spalla: informazioni sull’intevento – L’impianto di una protesi di spalla richiede un intervento chirurgico di durata variabile tra i 30’ ed i 60’. Il paziente viene sottoposto ad una anestesia locale associata a sedazione, o ad anestesia generale così da permettere una ripresa precoce nel post-operatorio. La permanenza in sala operatoria comprende, in più, un tempo di preparazione preliminare, in genere di almeno un’ora, e un periodo di sorveglianza dopo la fine dell’intervento, al fine di garantire una sicura ripresa del paziente dall’anestesia in un ambiente controllato. Nei primi giorni viene applicato un tutore reggibraccio, che verrà mantenuto per un periodo molto breve. Già a partire dal secondo giorno postoperatorio viene intrapreso un protocollo riabilitativo. La riabilitazione viene personalizzata sull’intervento eseguito e sul tipo di paziente, garantendo una rapida ripresa grazie alla collaborazione del Prof Franceschi con un team di Fisioterapisti formati alla specifica riabilitazione dopo intervento di protesi di spalla. La dimissione avviene quando le condizioni del paziente risultano stabilizzate: in genere occorrono 1-2 giorni dopo l’intervento. Al momento della dimissione, il paziente riceve una serie di appuntamenti di controllo ambulatoriali programmati, nei quali verranno eseguiti nel tempo le medicazioni della ferita chirurgica, la desutura ed il […]

Protesi di ginocchio: tutto quello che si deve sapere sull’intervento.Per dare indicazione all’intervento di protesi di ginocchio, sono necessarie delle radiografie in due proiezioni sotto carico, cioè il paziente deve eseguire le radiografie in piedi, e la RMN del ginocchio interessato. Nel caso fossero tutte e due le ginocchia interessate, invece bisognerà effettuare la RMN anche all’altro ginocchio. Si può effettuare l’intervento anche se il paziente avrà il ginocchio gonfio e infiammato. L’intervento avrà una durata totale di 1 ora circa e verrà effettuato preferibilmente in anestesia periferica cioè peridurale. Dopo l’intervento il ginocchio sarà avvolto da un bendaggio che verrà rimosso alla prima medicazione e non sarà necessario alcun tutore. Il giorno stesso, al terminare dell’anestesia periferica ed avendo ripreso il controllo degli arti, il paziente potrà alzarsi in piedi e caricare con attenzione sull’arto operato. Da subito il ginocchio dovrà effettuare una flessione cioè un piegamento con un apparecchio che piega il ginocchio (kinetek). La riabilitazione durerà circa tre mesi. Il primo mese molto intensa e poi meno frequente. Un’automobile con il cambio automatico si potrà guidare già dopo una settimana; le stampelle si abbandonano dopo circa 45 gg. Si consiglia arrivare in ospedale con dei bastoni […]

Legamento crociato: informazioni sull’interventoLa diagnosi viene effettuata mediante test clinici che evidenziano la lassità o mancanza di stabilità del ginocchio, dalla raccolta della storia clinica, nel quale spesso il paziente riferisce di non sentirsi più sicuro sul ginocchio e sull’esame RMN. L’intervento é effettuato con anestesia periferica ed in artroscopia cioè senza aprire il ginocchio, effettuando solo una piccola incisione per prelevare il tendine rotuleo o semitendinoso nella maggior parte dei casi. Dopo l’intervento il ginocchio viene immobilizzato con un tutore bloccato in estensione che verrà sbloccato con il progredire della terapia riabilitativa. L’obiettivo sarà arrivare alla completa escursione articolare nel giro di un mese e mezzo. La riabilitazione più intensa comprenderà il primo mese, quasi tutti i giorni, mentre dal secondo mese in poi sarà meno frequente, due o tre volte la settimana. Le stampelle ed il tutore verranno rimossi dopo un mese circa. Si consiglia arrivare in ospedale con dei bastoni canadesi ed anche con una calza elastica compressiva Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti articoli: Legamenti GinocchioLegamento crociato anteriore LCAIl Legamento Collaterale Mediale LCMTrattamenti dei Legamenti del GinocchioL’artroscopia di GinocchioPatologie del GinocchioIl Ginocchio: anatomiaPatologie e Trattamenti del GinocchioVideo artroscopie legamenti del ginocchioLegamento crociato anteriore […]

Instabilità di spalla: informazioni sull’intervento Per la diagnosi sono necessarie radiografie della spalla in anteroposteriore e proiezione tipo Bernageau, RMN e TC Tipi d’intervento Nella maggior parte dei casi è sufficiente una capsuloplastica cioè si riattaccano i legamenti nel punto in cui si sono staccati con le famose ancorette. A seconda dell’importanza dell’instabilità si potranno usare tecniche di rinforzo differenti. Se la lussazione della spalla ha danneggiato anche l’osso della scapola o dell’omero, sarà necessario un intervento di Latarjet che consiste nel trasferimento e nella sintesi della coracoide che è una piccola appendice ossea che abbiamo nella parte anteriore della spalla. Quest’intervento può essere effettuato completamente in artroscopia o a cielo aperto e per la sintesi si possono utilizzare delle viti o dei bottoncini collegati a dei fili. Dopo l’intervento il paziente viene immobilizzato per circa 15/ 20 gg con un tutore, eseguendo degli esercizi blandi fin dall’inizio di mobilizzazione della spalla rimuovendo il tutore per pochi minuti. Il recupero con il fisioterapista comincerà dopo il primo mese. Di solito sono necessari almeno tre mesi per tornare alla normalità. Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link: Instabilità di spalla: cos’è?Instabilità di Spalla: la chirurgiaDopo la chirurgiaUna spalla […]

Cuffia dei rotatori: indicazioni sull’intervento di riparazione. Per La diagnosi sono necessarie radiografie della spalla in anteroposteriore e proiezione tipo Bernageau e RMN Indicazione all’intervento Come in tutti gli interventi della spalla, innanzitutto è sconsigliato operare quando la spalla è bloccata e cioè è in capsulite perché si potrebbero creare aderenze post-operatorie. Se la lesione è troppo vecchia o troppo grande od accompagnata da artrosi, spesso è meglio effettuare un intervento di protesi inversa. L’intervento Si effettua in artroscopia ed anestesia locale, dura circa 20/30 minuti e dopo l’intervento verrà applicato un tutore che il paziente manterrà per circa 20/30 giorni a seconda dell’entità della lesione. Già nei primi giorni post operatori si potrà rimuovere il tutore per effettuare piccoli esercizi o scrivere a mano od a macchina. Dopo aver rimosso il tutore si comincerà il recupero con il fisioterapista preferibilmente in acqua dove il movimento della spalla verrà ripreso con dolcezza e gradualità. In alcuni casi si possono formare delle aderenze che richiederanno delle infiltrazioni di cortisone o la rimozione delle aderenze per via artroscopica. Per ulteriori informazioni sulla cuffia dei rotatori, si possono consultare anche i seguenti link: Teleradiostereo Lesione della Cuffia dei Rotatori – 28/02/2020Le lesioni della […]